Un piacevole soggiorno nella pianura Bresciana

La Rovettina

Quando abbiamo pensato a un nome da dare alla nostra prima Casa Vacanze, non abbiamo potuto non fare riferimento alla ‘Rovettina‘, un po’ perchè la Casa Vacanze è situata nella via intitolata a Gerolamo Rovetta, unico figlio della Rovettina, ed un po’ perchè si vuole qui ricordare uno dei personaggi notevoli della nostra comunità.

Anna Maria Ghisi, l’ultima contessa di Verolanuova, detta ‘la Rovettina’ era figlia del Cav. Giacinto Ghisi che, verso il 1820 acquistò, mezzo diroccato, il palazzo Gambara, già grandiosa dimora di uno dei due rami della potente famiglia feudataria di Virola Alghise, antico nome di Verolanuova. Il Cav. Giacinto, grande collezionista d’arte, mette subito mano alla ristrutturazione dell’antico palazzo: ‘… parte ricostruisce, parte restaura, incorona l’edificio con un frontone a balaustrata, sorretto da una fila di cariatidi …’. In quel periodo fu realizzata anche la scala centrale sacrificando il salone principale cinquecentesco del piano terra.

L’unica figlia del Cav. Giacinto Ghisi, Anna Maria, sposa nel 1850 Agostino Rovetta di Brescia, figlio di un ardente patriota e carbonaro, membro dell’amministrazione comunale della città. Dall’unione nasce a Brescia nel 1851 il commediografo Gerolamo, autore prolifico di testi teatrali e racconti; diviene famoso soprattutto per il romanzo ‘Mater dolorosa’ del 1882, lodato persino dal Carducci.
Rimasta vedova nel 1860, la ‘rovettina’ fece della sua casa in città un salotto frequentato, tra gli altri, da Giuseppe Zanardelli ed Aleardo Aleardi, col quale intrattenne una fitta corrispondenza. Nel 1867 sposò a Verolanuova il conte Almerico Pellegrini di Verona, e lì si trasferì col giovane ‘Momi’.
Morto il padre Giacinto nel 1882, anche il già famoso Girolamo si distaccò definitivamente da sua madre, sospettando poco chiare operazioni a suo danno attorno al testamento del nonno. Egli si trasferì quindi a Milano e non fece mai più ritorno, nè mai più volle riappacificarsi con la madre; morirà a Milano nel 1910.

La contessa a Verolanuova ricompose il suo ben rinomato salotto, meta ambìta per chi volesse trascorrere qualche giorno di riposo ‘per i viottoli del giardino o in sandolino nella breve peschiera’, con l’unico obbligo di presentarsi in sala da pranzo alle nove, a mezzodì e alle diciannove. Nel 1911, dopo la morte del conte Almerico, in occasione della costruzione del nuovo campanile, offrì alla comunità la terza campana dedicandola alla memoria del figlio Girolamo.
Morirà a Verolanuova nel 1919 lasciando eredi, tra gli altri: ‘…Al comune di Verolanuova il teatro e due case di piazza per ridurle a sede municipale; agli asili d’infanzia due case…’.

Il palazzo, svuotato d’ogni suppellettile, fu poi venduto dagli eredi al comune per 260.000 lire dell’epoca, ma, si sa, la riconoscenza è merce rara: sepolta in una cappella privata nel locale cimitero, la salma della contessa venne ben presto spostata e la cappella venduta a privati. La stele funebre si trova ora nella chiesetta di S. Giorgio all’interno del cimitero verolese.

Palazzo Ghisi

(fonte: E. Bevilacqua – Gerolamo Rovetta e la sua famiglia materna – Le Monnier, Firenze 1925)

Gerolamo Rovetta

Testamento
Un estratto dal testamento della contessa